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Il portavoce informa
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" E' assurdo pensare che la nebbia sia l'unico elemento dell'incidente nautico della Federica M.", dice il Presidente della Provincia che critica il ridimensionamento dell'Autorità Marittima dello Stretto.

“E’ assurdo e ingiustificabile pensare che la nebbia, con tutte le strumentazioni di bordo e i meccanismi sofisticati a difesa della navigazione, possa essere l’unico elemento che abbia determinato l’incidente nautico di ieri. Un episodio che avrebbe potuto provocare un vero e proprio dramma”. Il presidente della Provincia Giuseppe Raffa interviene sull’episodio avvenuto all’imbocco del porto di Reggio.
" E' assurdo pensare che la nebbia sia l'unico elemento dell'incidente nautico della Federica M.", dice il Presidente della Provincia che critica il ridimensionamento dell'Autorità Marittima dello Stretto.

Giuseppe Raffa

 “ Il giorno dopo l’incidente  che ha coinvolto la “Federica M” della compagnia Ustica Line , impegnata  nel  servizio Metromare – dice -,   non si   possono non avanzare perplessità sulla sicurezza della navigazione nello Stretto, soprattutto dopo che il Governo Monti, nel dicembre dello scorso anno nell’ambito della riduzione delle spese statali, ha rivisto l’assetto e la competenza territoriale  dell’AMS (Autorità Marittima dello Stretto) istituita nel 2009  a seguito   della collisione tra l’aliscafo ‘Segesta’della Bluvia e la nave ‘Susan Brochar’  che provocò  morti e feriti.  La decisione dell’allora Ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi conferiva all’AMS il rango di Direzione Marittima il cui coordinamento era stato assegnato alla Direzione Marittima di Reggio Calabria che, fino allo scorso anno, utilizzando risorse umane, mezzi e strutture operanti nell’ambito dello Stretto, ha garantito la sicurezza nella navigazione con una puntuale  gestione dei servizi preposti a tale  finalità.  Nonostante i notevoli e sofisticati  sistemi di  controllo – da quelli ottici a quelli radio fino ai radar -  il natante è andato a sbattere contro la scogliera artificiale all’ingresso del porto di Reggio. Fortunatamente non si sono registrate conseguenze gravi per i passeggeri. Diversamente, come nel 2009, oggi, saremmo tutti impegnati a chiedere spiegazioni, a invocare commissioni d’inchiesta e quant’altro legato all’emotività del momento. Il modello di organizzazione deputato a gestire la sicurezza, che comprende anche gli schemi di separazione del traffico navale, così come rimodulato alla fine dello scorso anno, sembra  non abbia risposto alle aspettative. Ed allora sarebbe più logico ripristinare, magari migliorandolo, il servizio così come previsto dal decreto ministeriale del 2009. Insomma, andrebbe  rivista l’intera organizzazione deputata  a controllare e a  garantire i livelli di traffico che non può non ritornare alla competenza della Direzione Marittima di Reggio Calabria, non fosse altro per  dare una sorta di continuità territoriale alla Penisola, altrimenti ci troveremmo davanti  ad una struttura di frontiera.  Da ricordare che, prima dell’istituzione dell’AMS, altri natanti si sono incagliati sulla stessa secca.  Il controllo della navigazione in questo tratto di mare non può, assolutamente, avere delle maglie aperte. Ecco perché, l’incidente di ieri  non solo deve farci meditare, ma impone  un’assoluta presa di coscienza  da parte di chi è preposto a garantire  la sicurezza  del sistema di navigazione nello Stretto”.

 

a.l.

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