Porto Gioia Tauro, "no alla nave siriana con le bombe chimiche": Giuseppe Raffa è categorico
La decisione governativa ha leso un diritto fondamentale: la dignità dei cittadini e quella delle istituzioni territoriali. E noi, assolutamente, non intendiamo abbassare la testa. Le giustificazioni del ministro Lupi, secondo cui lo scalo gioiese in passato è stato utilizzato per operazioni dello stesso tenore, non sono accettabili perché confermano come sia già stata lesa la dignità della gente rischiando di mettere in serio pericolo la sicurezza del territorio e della sua popolazione. E su questo non ci sono spiragli per qualsivoglia trattativa. All’assemblea di San Ferdinando abbiamo constatato – circostanza che non dobbiamo assolutamente dimenticare - l’assenza dei nostri parlamentari. Neanche qui ravvisiamo margini per discutere con questi signori che, grazie alla legge elettorale in vigore, non sentono il dovere di interfacciarsi con il territorio. Il silenzio calato subito dopo la decisione governativa è un fatto gravissimo: abbiamo sentito il dovere di denunciarlo. Se qualcuno sapeva e non ha parlato, omettendo così di condividere il problema con i cittadini, adesso dovrà assumersi le proprie responsabilità. Anche la politica è obbligata ad osservare l’etica della verità, altrimenti tradisce la volontà popolare. Quello stesso tradimento che viene messo in atto ogni qualvolta la leadership politica in Calabria usa un linguaggio mentre a Roma diventa subalterna di un potere centrale che, nonostante i 150 anni dall’Unità nazionale, continua a considerarci sudditi e non cittadini. Ai sindaci Bellofiore e Modafferi, nel rispetto della loro autonomia, avevo rivolgo l’invito a non assumersi responsabilità storiche rispetto ad una situazione pericolosa e delicata peraltro respinta dai cittadini. Cosa che ribadiscono anche ora, dopo il vertice romano>>.
Il Presidente della Provincia, stigmatizzando il fatto che l’Ente da lui guidato sia stato tenuto all’oscuro del progetto, cosi conclude: << Mi sarei aspettato che sulla demolizione della “Concordia” qualcuno si fosse ricordato di Gioia Tauro. Ciò avrebbe rappresentato una grossa occasione per sfamare tantissime famiglie piegate dal bisogno, per togliere dalla Cassa Integrazione molte delle nostre maestranze. Proseguiremo questo genere di battaglie per ristabilire la dignità di un popolo che non può dimenticare la mortificazione e le paure di momenti come questo. Il protagonismo di questi giorni, fatto di indignazione e rabbia, rappresenta il modo migliore per chiedere di partecipare alle scelte che interessano il territorio, altrimenti chissà quante altre decisioni non condivise passeranno sulle nostre teste>>.
a.l./