L'Assessore Gaetano Rao: "lampante illogicita' la proposta del marchio IGP "Olio di Calabria". Stesso parere per l'autorevole oleologo Luigi Caricato, direttore di olioofficina magazine.
L'Assessore all'Agricoltura della Provincia di Reggio Calabria Gaetano Rao è intervenuto, nei giorni scorsi, sul tema dell'approvazione del nuovo disciplinare per l’ottenimento del marchio europeo IGP “Olio di Calabria”. Di seguito le considerazioni di Luigi Caricato, autorevole scrittore, oleologo, giornalista ed autore di diversi volumi dedicati all'olio extravergine di oliva. Per una lettura integrale si rimanda a http://www.olioofficina.it/societa/italia/scivolone-olio-igp-calabria.htm
“Chiamatelo pure imbarazzo, stupore, ma le parole per raccontare quanto sta accadendo in merito alla futura (e si spera diversa, da quella che si sta prospettando) Igp olio della Calabria sarebbero ben altre. Potrebbero essere queste: fastidio, desolazione, sfiducia, amarezza, delusione; ma per l’assessore all’agricoltura della Provincia di Reggio Calabria, Gaetano Rao, la parola chiave è invece rabbia, ma anche ira (...)
Ciò che in particolare ha fatto arrabbiare l’assessore reggino Gaetano Rao, è un fatto di puro e giustificato egoismo: il suo territorio, la provincia di Reggio Calabria, proprio a seguito del bizzarro disciplinare di produzione approntato da qualche funzionario (…) ha traslasciato la storia passata e recente della regione Calabria, per inventarsi un mondo immaginario, popolato da strani sogni chiamati Carolea. (…) quello della prossima (se per davvero lo diventerà) Igp Calabria, avrà oli che non esisteranno nella realtà, o, se esisteranno, non copriranno l’intero territorio regionale, se non in minima parte, giacché la Carolea la si trova in maniera massiccia soprattutto nel lametino.
(…) tra le cultivar ammesse, in netta prevalenza la varietà Carolea (addirittura per almeno il 70% !), mentre, per la restante parte (il 30%) potranno far parte altre cultivar, tutte però rigorosamente autoctone, ignorando di fatto che l’olivicoltura calabrese degli ultimi decenni abbia di fatto accolto nei suoi oliveti cultivar alloctone, provenienti in particolare da Sicilia e Toscana. Che si fa? Si ignorano le presenze di queste cultivar, pur presenti in modo significativo sopratutto nei nuovi impianti?
(...) A pagarne le conseguenze sono gli agricoltori e i confezionatori calabresi. Che senso ha lo sforzo di mettere in piedi una Igp se poi non è rappresentativa di tutta la regione? Se poi mancheranno i quantitativi di olio da certificare?
(…) E’ ignoranza, pura ignoranza. Ecco cos’è. L’assessore reggino Gaetano Rao ha ragione a irritarsi, giacché il suo territorio viene di fatto escluso dall’olio Igp Calabria, non rientrando in quanto previsto dal disciplinare. Il vero danno, tuttavia, è per tutta la regione. (...)
Insomma, è evidente – più che evidente, direi – che non vi sia la benché minima conoscenza, nell’estensore del testo, della materia di cui tratta, giacché chi ha redatto il documento ignora di fatto, e in maniera plateale, gli elementi basilari e fondanti dell’olivicoltura calabrese. E’ una visione approssimativa. (...)
I disciplinari non si fanno elaborando un testo che parta da altri disciplinari di successo. Si parte invece dal territorio, proprio come fa un sarto che realizza abiti su misura. E’ semplice, molto elementare. E se proprio si vuol redarre un disciplinare di produzione “fai da te”, almeno vi sia l’impegno minimo, basilare, consistente nello studiare un po’ di più. (...)