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Per l’antica Kaulonia la Soprintendenza si chiama fuori, il disappunto del vicepresidente Giovanni Verduci

<<Ho appreso dalla stampa che a Monasterace si è tenuto un interessante incontro, organizzato dall’ordine dei Geologi della Calabria e dalla Società italiana di geologia ambientale, sul tema “Erosione costiera a Monasterace: Aspetti e problematiche”>>. Lo afferma il vicepresidente Giovanni Verduci in una nota in cui esprime tutto il suo rammarico per la mancata partecipazione all’evento. <<Spiace non aver saputo prima di questo incontro - dice Verduci - perché sarebbe stata la giusta occasione per fare il punto sugli interventi che l’Amministrazione provinciale ha già realizzato e quelli che, da qui a poco, saranno realizzati nel tratto di costa in questione. Ancora più interessante sarebbe stato ascoltare gli autorevoli relatori e, in particolare, seguire attentamente quanto detto dal Direttore per i Beni archeologici della Calabria, l’archeologo Maria Teresa Iannelli, in merito agli “interventi di protezione contro l’erosione costiera in aree archeologiche”>>.

Il vicepresidente della Provincia così prosegue:; <<Così tanto interesse , infatti, perché numerosi sono stati gli incontro con la Soprintendenza nella prima settimana di febbraio quando, preoccupati dello stato di pericolo causato dalle violente mareggiate al Parco Archeologico dell’antica Kaulonia, la Provincia manifestò la propria disponibilità ad intervenire nuovamente, con propri fondi e propri tecnici, rimandando la responsabilità del procedimento alla Soprintendenza>>.

Per Giovanni Verduci  <<Il comunicato stampa, congiunto, trasmesso il 5 febbraio, così riassumeva l’esito dell’ultimo incontro: “Il progetto redatto dai tecnici provinciali prevede l’esecuzione di una barriera radente, per una lunghezza di duecentocinquanta metri, a protezione dell’area del tempio e dell’edificio termale con il mosaico. Ai lavori, per un importo pari a 360 mila euro, si farà fronte con i fondi già assegnati alla Soprintendenza (300mila euro) dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo  e con il contributo di ulteriori 60 mila euro da parte della Provincia. La responsabilità del procedimento è in capo alla Soprintendenza, che curerà anche la fase dell’affidamento dei lavori, mentre la progettazione e la direzione degli stessi sarà affidata ai tecnici provinciali. Ed invece,  nulla!>>.

<<Nulla perché, nonostante gli accordi e le successive comunicazioni, nonostante i proclami per i fondi ministeriali, nonostante le interviste, senza alcuna ufficiale comunicazione, la Soprintendenza ha prima preso tempo, per poi decidere di non intervenire, abbandonando, di fatto, Provincia e Regione a metà di quel percorso che era stato  tracciato assieme. Si scopre poi, in occasione di una riunione convocata dall’assessore regionale alla Cultura, Mario Caligiuri, che, stante quanto dichiarato dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria. Francesco Prosperetti, la soprintendente Bonomi e il direttore Iannelli non avrebbero dovuto assumere impegni sull’antica Kaulonia, non potendo la Soprintendenza seguire le procedure concordate o impegnare le somme riconosciute dal Ministero. Ed infatti, con nota del 24 marzo scorso, la soprintendente Simonetta Bonomi, comunica ufficialmente alla Provincia e alla Regione Calabria che “con la somma assegnata dal Segretariato Generale (300mila euro), la Soprintendenza procederà al recupero degli elementi architettonici pertinenti al recinto ed all’altare del Tempio Dorico caduti sulla spiaggia, in previsione del futuro rimontaggio degli stessi nella posizione originale. Procederà ad affidare una consulenza propedeutica alla progettazione della risagomatura e del consolidamento del terrazzo, intervento che permetterà poi la risistemazione finale delle strutture archeologiche danneggiate dalle mareggiate”>>.

La dichiarazione del vicepresidente della Provincia così si conclude: <<In poche parole, bollando di fatto come perdite di tempo le precedenti riunioni e i procedimenti già avviati, la Soprintendenza comunica che non utilizzerà, perché non può farlo, neanche un euro per la difesa di quel tratto di litorale che ospita il Parco Archeologico, dedicandosi solo al recupero dei reperti. Intervento certo lodevole, questo, ma ben differente da quanto annunciato in un primo momento.Ancora più paradossale, quasi inspiegabile per quanto in contrasto con la decisione adottata, il fatto che la Soprintendenza nella stessa nota informi di aver “commissionato uno studio specialistico dal quale si evince l’inderogabile necessità di allungare ed elevare la barriera frangiflutti già realizzata per un breve tratto dall’Amministrazione provinciale”. Tutto questo ha creato non pochi problemi, allungando i tempi, creando incertezza ed esponendo a serio rischio il Parco Archeologico. E’ passato del tempo, ma non ci siamo arresi. Gli uffici provinciali, infatti, di concerto con la Regione e l’Autorità di Bacino, sempre sensibile, hanno rivisto quanto già programmato, individuando in fretta nuove forme di finanziamento che consentiranno, auspico in breve tempo, la salvaguardia del patrimonio archeologico di Monasterace>>. 

 

 

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